Palermo 28 luglio 2011
Prot.
N.2011/005
COMUNICATO STAMPA
Oggetto:
ANCHE L’ISTITUZIONE CHIESA HA L’OBBLIGO DI RENDERE ACCESSIBILE I LUOGHI DI CULTO. IN CASO CONTRARIO STOP A
MANIFESTAZIONI DI VARIO GENERE APERTE AL PUBBLICO.
Tutte le
persone, disabili e non, devono potere accedere autonomamente ai luoghi di
culto. Lo ha affermato questo Ufficio in una lettera diffida rivolta al parroco
della Cattedrale di S. Martino di Corleone, affinchè
entro 15 giorni provveda ad eliminare le barriere architettoniche che
impediscono l’accesso alla chiesa alle persone che hanno problemi motori.
L’obbligo nasce da una precisa disposizione
normativa, vale a dire il Decreto
Ministeriale - Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 che, all’art.3, punto 3.4, lett.d) dispone : “ nelle unità immobiliari sedi di
culto il requisito della visitabilità si intende
soddisfatto se almeno una zona riservata ai fedeli per assistere alle funzioni
religiose è accessibile. E poi al punto 5.4 che testualmente prevede : “I
luoghi per il culto devono avere almeno una zona della sala per le funzioni
religiose in piano, raggiungibile mediante un percorso continuo e raccordato
tramite rampe. A tal fine si
devono rispettare le prescrizioni di cui ai punti 4.1.,
4.2, 4.3,
atte a garantire il soddisfacimento di tale requisito specifico.
Sulla base di tali disposizioni
regolamentari e delle varie norme vigenti in materia, tutte dirette a garantire
la parità di trattamento fra le persone disabili e non, l’Ufficio Nazionale del
Garante della Persona Disabile - una
volta constatata l’annosa disattenzione
verso tale problematica da parte del prelato - ha reiterato l’invito a
provvedere alla eliminazione della barriera, avvalendosi, se del caso, anche di
sistemi di accesso asportabili.
Inoltre, nelle
more della realizzazione dell’opera, l’Ufficio ha INVITATO il parroco ad astenersi dalla organizzazione
all’interno del luogo di culto di eventi vari o riunioni aperte a tutti
(incontri culturali in genere, spettacoli di musica sacra, presentazioni di
libri, altro). Lo svolgimento di tali incontri, a parere dell’Ufficio, fino a
quando la chiesa non diverrà accessibile a tutti (persone disabili e non
disabili), rimarcherebbe un forte momento di
disattenzione verso il
principio di parità di trattamento e
realizzerebbe un comportamento apertamente
discriminatorio, oggi sanzionato dalla legge n. 67 del 1 marzo 2006 e conclamato dalla giurisprudenza in materia
(cfr. Tar Sicilia n. 9199/10 - dep.ta il 05/08/2010).
In mancanza, ha affermato l’Ufficio, sulla
base dei numerosi riscontri e delle richieste mirate di intervento formulate da Persone Disabili, si provvederà senza indugio ad inoltrare
ricorso all’Autorità Giudiziaria per l’ottenimento della rimozione forzata della barriera
architettonica in argomento.
Sono fermamente convinto che l’handicap non nasce con la persona con
deficit. Esso è solo il frutto dell’impatto
tra la condizione di disabilità e la struttura sociale in cui essa vive.
La chiesa come istituzione non può comportarsi come il comune cittadino normalmente
disattento al disagio della persona con deficit. Essa, a prescindere dalla sua funzione
istituzionale proiettata verso l’accoglienza di tutte le persone che intendono
frequentare il luogo di culto, deve
riconoscere a tutti, disabili e non, il diritto a condurre una “vita indipendente” anche sul piano della
propria professione di fede. Se non favorisce, quindi, l’accessibilità
generalizzata ai propri luoghi di culto, finisce per realizzare un
comportamento diametralmente opposto, diretto alla non accoglienza ed alla emarginazione. Non v’è dubbio,
infatti, che in questo caso la persona con disabilità motoria viene privata della possibilità di professare e partecipare alle
varie funzioni religiose.
E’ fortemente auspicabile, pertanto, che una persona in
carrozzina o comunque con seri problemi motori, non debba più in futuro rinunciare a presenziare alla
celebrazione di un matrimonio, battesimo, cresima, funerale, di un proprio parente o
amico, perché il luogo di culto in cui si svolgono tali funzioni è di
fatto inaccessibile.
Per eventuali contatti personali 330
529278.
Il Coordinatore nazionale
Salvatore Di Giglia
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