Il Consiglio Comunale di Menfi ha approvato una mozione di indirizzo sull’istituzione del garante dei diritti dei diversamente abili. La proposta è partita dalla componente di opposizione e, in particolare, da Ezio Ferrara, Consigliere Comunale e medico. Il Comune di Menfi si è dotato di un regolamento che detta le regole nell’ambito delle quali si muove l’iniziativa.
L’ufficio del garante della persona disabile, operante in piena autonomia politica ed amministrativa, è organo unipersonale scelto e nominato dal Sindaco, con proprio decreto, tra una rosa di nomi proposti da associazioni riconosciute e/o da club service, in possesso di determinati requisiti, tra i quali una comprovata esperienza e competenza nella tematica specifica.
L’incarico ha durata triennale ed è rinnovabile per una sola volta. Il garante, a supporto dell’Amministrazione Comunale, interviene di propria iniziativa o sulla base di segnalazioni scritte, per assicurare «la piena promozione e la tutela delle persone disabili. A tal fine comunica all’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità le violazioni della convenzione Onu e predispone una relazione annuale sullo stato di attuazione della convenzione nel territorio comunale».
Ed ancora, «interviene di propria iniziativa o sulla base di segnalazioni schne provenienti da un disabile o da un suo familiare dal tutore, dal curatore, dall’amministratore di sostegno, da un’associazione avente per fine statutario la promozione sociale delle persone con disabilità, nei casi in cui si lamentino disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento, anche omissivo, dal quale sia derivato o possa derivare un danno materiale o morale al disabile».
Inoltre, interviene in materia di programmazione, individuazione e reperimento di finanziamenti; promuove, anche in collaborazione con gli enti territoriali competenti e le associazioni che si occupano di disabili o delle loro famiglie, ogni attività diretta a sviluppare la conoscenza dell’handicap e dei mezzi di tutela attraverso iniziative che ritiene più opportune, «per la diffusione di informazioni e buone pratiche atte a favorire l’integrazione e l’inclusione sociale delle persone con disabilità».